Il 21
marzo 2018 siamo andati al Museo Retico di Sanzeno e al Museo degli
Usi e costumi di San Michele pagando la gita con i soldi della
cooperativa.
Un pullman meraviglioso ci aspettava nel cortile della scuola. Era color giallo carico con dei disegni arancioni: sembrava di viaggiare sul pullman della squadra del Benevento.
Siamo partiti tutti
entusiasti per la giornata diversa dal solito ed eccitati dal
sorprendente lusso del pullman. Siamo andati verso Trento, poi ci
siamo diretti verso nord per andare in Val di Non. Lì c’era un
paesaggio montano fantastico perché eravamo circondati da tantissimi
meleti. Abbiamo visto da lontano anche il lago artificiale di Santa
Giustina, ma non abbiamo potuto vedere il muraglione alto 150 metri
della diga.
Quando siamo
arrivati a Sanzeno, siamo entrati nel museo e abbiamo fatto merenda
nel piano interrato. Abbiamo aspettato tra una chiacchiera e l’altra
che venisse Gianluca, il nostro archeologo - guida e abbiamo iniziato
il lavoro. Dopo aver ripassato alcune informazioni di storia sui Reti
ci ha divisi in quattro gruppetti da sette persone con il compito di
osservare un oggetto dei giorni nostri e rispondere a delle domande.
Dovevamo capirne il materiale, la decorazione, il colore, chi lo
aveva costruito, come e per quale scopo. Poi, gruppo per gruppo, ci
siamo confrontati capendo che gli oggetti erano diversi per
lavorazione, materiale, uso e conservazione.
Dopo una breve pausa
ci ha accompagnati a fare un giro in una sala del museo e lì abbiamo
potuto vedere il modellino di una casa e la ricostruzione di una
porta retica. I Reti avevano le porte di legno molto simili alle
nostre e avevano inventato un sistema per chiuderle a chiave. La
chiave era di metallo, lunga, ricurva, con a un’estremità una
decorazione a forma di testa cavallo, che era un animale sacro, e
dall’altra una esse che si incastrava nella sagoma ritagliata nel
blocchetto che chiudeva o apriva la porta. Era molto grande e
ingombrante; non stava in una tasca e le donne la portavano appesa
alla cintura o, quando rientravano, la attaccavano vicino alla porta.
Il modello della
porta era molto interessante e io ho provato a incastrare la chiave
nella fessura, ma non ho fatto in tempo a far scorrere il blocchetto
di legno per aprire la porta perché gli altri miei compagni avevano
fretta di provare anche loro. Eravamo tutti in fila interessati a
questo metodo e alcuni sono riusciti nell’impresa.
Poi abbiamo visto il
modellino della casa retica: in classe avevamo studiato come era
fatta, ma lì e abbiamo potuto osservare e scoprire il soppalco che
tanto ci aveva interessato e incuriosito.
Alla fine siamo
andati in giro per il museo per trovare i nostri oggetti del passato
ai tempo dei Reti: corrispondevano a quelli moderni che già avevamo
analizzato e abbiamo compilato delle pagine per descriverli con un
po’ di precisione.
Mi hanno colpito
soprattutto le statuine votive: mi piacevano tutti gli animali
rappresentati, soprattutto i cavalli e le persone a cavallo. Ho
capito come erano abili i Reti a lavorare il metallo per farle di
quella forma e con quelle decorazioni.
Devid
Di pomeriggio siamo andati a San Michele, abbiamo esplorato, costruito e guardato con molta attenzione cosa c'era da fare.
Curiosi ad esplorare le camere, ci siamo inondati e abbiamo visto: le camere dove dormivano le persone nell'antichità, la falegnameria ed i suoi attrezzi. Siamo andati in una stanza grandissima, lì abbiamo visto uno schema sui laghi del Trentino, abbiamo costruito delle zattere piccole e alla fine abbiamo salutato le persone e siamo ritornati a scuola. È stato bellissimo, divertente e fantastico!!!
Rebeca
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